Sono gli infortuni l’argomento del CASO della settimana. Con quelli di Samuel e Sneijder l’Inter ha raggiunto livelli record, così come la Juventus, che anche in questa stagione, dopo aver battuto tutti i primati nel 2009-10, è alle prese con una mole impressionante di problemi fisici. Ma anche altri club non scherzano, come la Fiorentina ad esempio, tanto che il problema può essere ritenuto tale per tutto il massimo campionato. Oltre agli infortuni di tipo classico, poi, la settimana è stata contrassegnata anche da due notizie che hanno avuto per oggetto due malanni piuttosto inconsueti per il calcio, e che per questo hanno destato scalpore, in Italia e all’estero: l’anemia di Sneijder e la malaria di Drogba.
Del problema infortuni nel calcio italiano e dei casi Sneijder e Drogba ha parlato il Dottor Piero Volpi, medico responsabile dell’Inter dal 1995 al 2000 e Specialista in Ortopedia e Traumatologia e in Medicina dello Sport.
Dottor Volpi, come spiega il gran numero di infortuni che sta colpendo le squadre di Serie A, Inter e Juventus in particolare?
“Non è una novità di quest’anno, è un trend che va avanti da alcuni anni. Già negli scorsi, e in particolare in alcuni periodi, e uno è questo (ottobre-novembre), nel quale si condensano impegni di campionato, coppe e nazionali, aumenta il numero degli infortuni, aumentando la densità delle partite. La novità di quest’anno è costituita dal fatto che anche squadra che non partecipano alle coppe, come ad esempio Genoa, Bari e Fiorentina, hanno ugualmente un numero di infortunati elevato. Questo fa pensare che la causa non sia solo il numero delle partite, ma anche qualcos’altro. E quindi le cause dell’alto numero di infortuni vanno ricercate anche nella fisicità dei giocatori di oggi, che sono mediamente più forti fisicamente e con masse muscolari più grandi rispetto ai calciatori di venti o trenta anni fa, e vanno ricercate nell’intensità del gioco di oggi, anche negli allenamenti. Ci si fa male infatti anche durante gli allenamenti, e non solo in partita, in particolare per quanto riguarda gli infortuni muscolari. La richiesta dei tecnici di una elevata intensità durante gli allenamenti porta ugualmente a un’elevata incidenza. Un altro fattore è l’età. Soprattutto per le squadre di vertice italiane abbiamo una media di età particolarmente elevata e un giocatore di 30, 32 anni ha più probabilità di infortunarsi, oltre a metterci un po’ più tempo poi a recuperare rispetto a un ventenne. Rispetto alle squadre inglesi o alle squadre tedesche abbiamo una media d’età un po’ più alta nelle squadre che giocano le coppe. All’estero, poi, fanno il vero turnover, sfruttano appieno l’intera rosa. Il nostro è un campionato fortemente dispendioso anche perché si cerca sempre di far giocare i migliori, anche per evitare polemiche per le esclusioni eccellenti. Cercano tutti di far giocare sempre i migliori”.
Per quanto riguarda l’Inter, in particolare, fra le cause dell’alto numero di infortuni c’è chi ha indicato il cambio di preparazione fra Mourinho, che privilegiava gli allenamenti con il pallone, a Benitez, che è solito far lavorare le sue squadre più sull’aspetto atletico della preparazione.
“In senso generale, quando cambia l’allenatore, è da mettere in conto la possibilità di andare incontro a degli infortuni. Questa è una statistica. La stessa cosa si può dire quando l’allenatore rimane e cambiano molti giocatori, che si devono adattare a nuove metodologie. Per quanto riguarda il discorso specifico dell’Inter bisognerebbe essere lì, e guardare le tabelle di allenamento. Un fattore che è troppo spesso sottovalutato è la preparazione estiva. Proprio l’Inter quest’anno ha fatto una trasferta negli Stati Uniti, ha fatto diverse gare negli Stati Uniti e non ha avuto il tempo per prepararsi e rigenerarsi per un certo periodo tutti insieme nello stesso luogo. Inoltre c’è stato il Mondiale e molti giocatori sono arrivati a preparazione finita, e questo vale per tutte le squadre che avevano giocatori impegnati in Sudafrica”.
Cosa pensa, infine, dei casi Drogba e Sneijder?
“Il caso di Drogba può aver destato sensazionalità nell’oponione pubblica, ma non mi ha sorpreso. Già quando ero all’Inter avevamo dei giocatori africani, nigeriano in particolare, che quando andavano in vacanza piotevano tornare avendo contratto una nuova forma malaria, di cui esistono tantissimi tipi. Uno giocatore che ha avuto problemi di questo tipo è stato, ad esempio, Taribo West. Per quello che riguarda Sneijder credo che si tratti semplicemente di uno stress da lavoro. L’olandese, poveretto, ha fatto la stagione che ha fatto nel 2009-10, poi ha fatto un gran Mondiale arrivando fino in finale, poi si sposato avendo un altro, per carità, bellissimo stress. Quindi è normale che abbia accusato una sensazione di stanchezza. L’anemia che lui ha citato dovrebbe essere certificata da un medico, ma ogni sportivo tende un pochettino a diventare anemico, perché c’è un logorio, è normale”.