Motivazione & Sport
Dal film Miracle, che racconta la vera storia della nazionale olimpica di hockey americana del 1980 che realizzò una delle più grandi imprese della storia dello sport.
Motivazione & Sport
Dal film Miracle, che racconta la vera storia della nazionale olimpica di hockey americana del 1980 che realizzò una delle più grandi imprese della storia dello sport.
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Allora, che cosa volete fare?
Non so cosa dirvi davvero. 3 minuti alla nostra più difficile sfida professionale. Tutto si decide oggi. Ora noi o risorgiamo come squadra o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta. Siamo all’inferno adesso signori miei. Credetemi. E possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi, oppure aprirci la strada lottando verso la luce. Possiamo scalare le pareti dell’inferno un centimetro alla volta. Io però non posso farlo per voi. Sono troppo vecchio. Mi guardo intorno, vedo i vostri giovani volti e penso “certo che ho commesso tutti gli errori che un uomo di mezza età possa fare” Si perché io ho sperperato tutti i miei soldi, che ci crediate o no. Ho cacciato via tutti quelli che mi volevano bene e da qualche anno mi da anche fastidio la faccia che vedo nello specchio. Sapete con il tempo, con l’età, tante cose ci vengono tolte, ma questo fa parte della vita. Però tu lo impari solo quando quelle le cominci a perdere e scopri che la vita è un gioco di centimetri, e così è il football. Perché in entrambi questi giochi, la vita e il football, il margine di errore è ridottissimo. Mezzo passo fatto in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate, mezzo secondo troppo veloce o troppo lento e mancate la presa. Ma i centimetri che ci servono, sono dappertutto, sono intorno a noi, ce ne sono in ogni break della partita, ad ogni minuto, ad ogni secondo. In questa squadra si combatte per un centimetro, in questa squadra ci massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi per un centimetro, ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro, perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza fra vivere e morire. E voglio dirvi una cosa: in ogni scontro è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro, e io so che se potrò avere una esistenza appagante sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro. La nostra vita è tutta lì, in questo consiste. In quei 10 centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che vi sta accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che vi troverete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra signori miei. Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo, o saremo annientati individualmente. È il football ragazzi, è tutto qui.
Allora, che cosa volete fare? VOGLIAMO VINCERE
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SHORT GAME (30 m x 30 m, 4 giocatori 3 colori, 1 jolly con il possesso)
Obiettivi 1.goal 2.velocità 3. difesa 2 porte
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Uno degli aspetti più interessanti ed affascinanti dell’allenamento sportivo è rappresentato dal Mental Training. Il Mental Training si occupa di quella parte dell’allenamento che concerne l’area mentale-emotiva dell’atleta. Per tale ragione, scopo del Mental Training è quello di allenare la forza mentale dell’atleta e, nel nostro caso, del calciatore. La presupposizione è quindi che la forza mentale possa essere allenata e conseguentemente acquisita da tutti. Con questi articoli voglio anzitutto sgomberare il campo dagli equivoci e dalle false convinzioni che spesso –purtroppo- ancora accompagnano l’allenamento mentale, limitandone l’utilizzo, la diffusione e quindi gli indubbi benefici che esso apporta alle prestazioni sportive.
L’allenamento mentale può contribuire a migliorare le prestazioni sportive fino al 57% (British Psychology Society, 2004)
Il Calcio è uno sport di squadra determinato da prestazioni individuali. Le prestazioni d’ogni calciatore possono essere analizzate osservando e studiando l’interazione di quattro aree principali:
· Area tecnica
· Area tattica
· Area fisica
· Area mentale-emotiva
Queste quattro aree formano un sistema e, come tutti i sistemi, si basa sulla forza e sulla tenuta di tutte le sue componenti. Una debolezza in un’area del sistema determina la debolezza dell’intero sistema. In altre parole e facendo un esempio, qualora un calciatore sia preparato tecnicamente, tatticamente, fisicamente ma non mentalmente ci si troverebbe di fronte ad un calciatore dalla preparazione incompleta e, di fatto, di fronte ad un calciatore incompleto.
L’allenamento mentale è forse la parte più importante della preparazione sportiva: quanto più elevato è il livello agonistico dell’atleta, tanto più importante sarà la sua preparazione mentale. Quante volte infatti abbiamo sentito dire da atleti e da tecnici che “è la testa a fare la differenza”? Quindi, se è la testa a fare la differenza occorre allenare la testa a fare la differenza.
L’obiettivo dichiarato sarà, quello di dimostrare quali sono i benefici dell’allenamento mentale, ed in quale modo esso possa essere applicato in modo chiaro, semplice e pratico andando ad affiancare ed a complementare l’allenamento tecnico, tattico e fisico.
Cominciamo col dire che l’allenamento mentale è l’allenamento degli stati d’animo e, come ogni altra forma di allenamento, si basa su un principio fondamentale: la volontà, da parte di chi intende intraprenderlo, di sottoporsi a questa forma di allenamento.
In altre parole: nessun successo e nessun miglioramento evidente sarà possibile a meno che l’atleta non decida liberamente e con convinzione di intraprendere la via dell’allenamento mentale. Si tratta infatti d’un vero e proprio viaggio che l’atleta compie e che richiede, come ogni altra forma di allenamento, applicazione, costanza e determinazione, nonché la guida d’un coach competente e preparato. I risultati che se ne ottengono sono però straordinari e spesso creano non solo un atleta completo ma soprattutto un uomo completo.
ll mondo dello sport professionistico, e nel nostro caso del calcio, è un mondo in continua evoluzione dove le figure professionali si evolvono in maniera organica, ovvero andando a soddisfare i bisogni che col passare del tempo si creano all’interno del proprio ambiente. Esempi eclatanti sono la comparsa di figure professionali come il preparatore atletico o il nutrizionalista, impensabili fino a trent’anni fa mentre oggi sarebbe altrettanto impensabile farne a meno.
Per comprendere bene il valore ed il significato dell’allenamento mentale occorre sfatare alcuni falsi miti che protraendo convinzioni negative riguardo ciò che sarebbe o non sarebbe possibile ottenere impediscono, di fatto, l’allenamento completo del calciatore.
Uno dei falsi miti vuole che non sarebbe possibile “cambiare la testa delle persone”. Con questa frase, che ancora troppo spesso sentiamo ripetere, si vuole dire che a livello di allenamento mentale c’è ben poco da fare, uno è quello che è! Si tratta invece d’una generalizzazione che, oltre a non corrispondere al vero, crea nelle persone che decidono di credervi convinzioni limitanti e risultati limitati.
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Ha conquistato Luis Enrique con un libro. Il titolo semplice, diretto, senza giri di parole: “La preparacion fisica en el futbol”. Un libro che ha fatto nascere l’amicizia tra il tecnico asturiano e il giovane preparatore atletico Rafel Pol Cabanellas che viene dal mare, essendo nato a Campanet, nell’isola di Majorca. Due cognomi, come tutti in Spagna, una formazione universitaria di alto livello, a soli ventiquattro anni. Il sodalizio, non solo l’amicizia, tra i due nasce da quel libro. Dopo averlo letto, Luis ne è rimasto entusiasta. Al punto di mettersi in contatto con la piccola casa editrice (Mc Esport), per avere il numero di telefono dell’autore, che ha contattato. Da quel giorno è nata una bella amicizia e una fattiva collaborazione, da circa tre anni.
RICERCA – Da allora Luis e Rafel hanno cominciato a lavorare insieme. Lo stesso modo di intendere il calcio, la stessa applicazione scrupolosa sul lavoro. Non ha mai lavorato ufficialmente nello staff del Barcellona, ma in poco tempo è diventato un vero e proprio uomo di fiducia di Lucho. Pol Cabenellas è ricercatore, nel settore sportivo, in un progetto congiunto tra l’Università di Barcellona e quelle di Vienna e Colonia. Il suo primo impatto con il nuovo ambiente della Roma è stato positivo. Ai dirigenti e ai giocatori ha dato subito l’impressione di essere molto preparato.
FEELING – Pol Cabanellas si occupa esclusivamente di preparazione fisica nel calcio e si è laureato nella vecchia INEF (L’Instituto Nacional de Educación Física). Ha undici anni in meno di Totti, ma in campi i giocatori lo stanno ad ascoltare. Lo seguono. Ha stabilito un buon feeling con tutti, è molto disponibile con tutti. Spiega, assiste, riesce già a farsi capire con un po’ d’italiano. Tra i suoi maestri ha avuto il mitico Francisco “Paco” Seirul-lo Vargas, capo dei preparatori del Barça, entrato nel club attraverso la pallamano agli inizi degli anni ’70. Una specie di totem nel campo della preparazione fisica in Spagna, molto stimato tra gli addetti ai lavori. La filosofia del professor Seirul-lo, che ha lavorato con Luís Aragonés, Johan Cruyff, Bobby Robson, Carles Rexach, Llorenç Serra Ferrer, Louis van Gaal, Radomir Antic e Frank Rijkaard, si basa sull’idea che il calcio, alla resa dei conti, si decide sulla forza e sulla velocità, degli atleti la prima e del pallone la seconda.
METODO – Fatta questa considerazione, la sua scuola insiste moltissimo sugli esercizi anaerobici. La parte aerobica, a suo modo di vedere, è svolta ugualmente in questo tipo di lavoro e completata dalle corse di routine e dalle partite. Il lavoro svolto in ritiro dalla Roma è stato in linea con i nuovi criteri di preparazione in uso in tutta Europa. Abolito l’allenamento sul fondo, subito lavoro con il pallone, tanta intensità con i torelli. Praticamente abolita la palestra, molto frequentata ai tempi di Spalletti, già meno con Ranieri, gli esercizi di potenziamento si fanno con gli elastici.
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CORRIERE DELLO SPORT
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