1. Il calcio moderno del Borussia Dortmund

    8 maggio 2013 by Emiliano Adinolfi

    Jurgen-Klopp

     

     

     

     

     

     

     

     

    Sentiamo spesso la definizione di “calcio totale” da parte di giornalisti che spesso usano questa per criticare i progetti buoni ma non ancora solidi, quando potrebbero accostare tale definizione a squadre magari giovani ma che incantano e vincono contro squadre ben più attrezzate anche a livello economico. Li hanno definiti giovani di belle speranze, divertenti, belli da vedere, ma forse tutto ciò non rende pieno merito alla caratura tattica di squadra del Borussia Dortmund di Jurgen Klopp.

    Possiamo tranquillamente associare il nome della squadra di Dortmund alla definizione di calcio totale, con un pizzico di incoscienza ben incanalata dal Mister Tedesco. Chi ha avuto il piacere di guardare i campioni di Germania (per ben due anni di fila) ha notato con piacere la coralità e le idee ben espresse dal collettivo, che (a proposito di progetto) ha costruito la squadra con elementi giovani ma con grande personalità e per nulla intimoriti di fronte ai grossi palcoscenici. La compagine giallonera sembra un mix perfetto di calciatori giovani, un allenatore (anch’esso giovane) dai modi rudi ma molto molto preparato, ed un pubblico che al Westfalenstadion con il proprio calore crea la giusta adrenalina per gli incontri di cartello.
    Abbiamo definito il gioco del Borussia calcio totale: Definiamo calcio totale la situazione tattica in cui nessun calciatore è ancorato al proprio ruolo ma ripiega a seconda della situazione di gioco. Questo è quello che ha in mente Klopp quando schiera i propri uomini in campo. Una squadra che pensa con una sola mente e che esegue movimenti di gioco corali. La disposizione tattica parte con un 4-2-3-1 con un gioco impostato sulle fasce, sfruttando la rapidità degli esterni che spesso cercano l’uno contro uno o dialogano con la punta centrale, che funge da sponda per le fasce stesse o per i centrocampisti d’inserimento. Nella fase di non possesso rimane l’idea di un ripiegamento degli esterni che coprono le zone di campo con estrema rapidità così da stringere le linee e tappare gli spazi agli avversari che così tendono a rimanere fuori dall’area.
    Analizzando la squadra con i cosiddetti blocchi (così da capire ogni movimento del singolo in una interazione di squadra): Troviamo una linea difensiva di grande qualità: Hummels e Subotic sono ormai le colonne insostituibili di questa squadra, grazie alla loro qualità nelle 3 fasi di gioco che andremo a trattare: Nella fase di non possesso giocano in sintonia perfetta, riuscendo a chiudere le uscite l’uno dell’altro e di scalare nella diagonale quanto basta per avere la giusta protezione. Dato il lungo periodo di conoscenza sembrano una persona sola. Nella fase di transizione sfruttano la loro qualità tecnica (specie il tedesco Hummels) e riescono ad impostare il gioco offensivo molto rapidamente, permettendo ai compagni d prendere si il campo, ma senza dover stare spalle alla porta, e giocare così la palla ricevuta in corsa, quindi vediamo spesso questo lavoro svolto sugli esterni. In fase d’attacco ragionato, notiamo la bravura nel liberarsi così da permettere lo scarico al compagno che magari si vede chiuse le linee di passaggio. Dalle colonne difensive passiamo ai terzini che ormai sono inamovibili in questa squadra: Piszczek e Schmelzer. Dotati di ottima qualità che si lega alla facilità di corsa, il compito impartitogli da Klopp si consuma sopratutto nelle sovrapposizioni: vediamo subito che nella fase di transizione entrambi riescono(a seconda della logica e delle diagonali di gioco) di andare con estrema rapidità a creare sovrapposizioni per gli esterni d’attacco, così da poter essere lanciati in corsa nello spazio a ridosso dell’area o servire la punta con cross che spesso risultano essere precisi. Finita l’azione rientrano e stringono le linee in maniera molto esemplare, ma faticano nelle diagonali e nell’andare a stringere quei due metri di spazio che spesso sono causa di inserimenti e gol degli attaccanti o dei centrocampisti della squadra avversaria. Ultima nota e forse anche pecca la si riscontra nell’estremo difensore che quest’anno non sembra garantire la sicurezza nel giocare la palla in situazioni d’attacco, ne quelle parate in cui si esibiva lo scorso anno(solo 22 gol nell’arco del campionato)
    Passando al blocco di centrocampo ci troviamo di fronte ad una linea mediana che vive del cosiddetto lavoro sporco (e quindi spesso in ombra): Bender (per il dispiacere di Klopp fermo per infortunio), Kehl e Gundogan. Sono due (per logiche di modulo) tra questi tre a generare spesso le azioni da gol del Borussia (vedi il gol di Lewandoswki che nasce dalla pressione e recupero della palla di Kehl su Ozil) e limitare gli inserimenti dei centrocampisti, seguendo i movimenti senza palla e contrastando molto bene negli uno contro uno. Hanno la capacità di tener ben alta la linea mediana avversaria (Bender su tutti) e di inserirsi qualora risulti necessario, e in fase di transizione, e in fase d’attacco quando può servire qualche inserimento dalla linea mediana(5 gol in 3 in questo avvio di stagione). Sicuramente il segreto e la forza di questa squadra risiede nei quattro giocatori che in avanti fanno la differenza con le loro giocate. Il talento tra i più ambiti d’europa Mario Goetze, uno tra gli esterni più micidiali Marco Reus, il polacco Blaszczykowski (che spesso si alterna con Perisic e Grosskreuzt) e l’ariete d’attacco Robert Lewandowski. Gioco di prima, avvolgente, triangolazioni e velocità d’esecuzione, rendono imprevedibile e spesso letale la manovra degli uomini di Klopp che però non lascia nulla al caso: Chiede molto sacrificio ai suoi uomini data la sua velocità e quindi in fase di non possesso la squadra si stringe dietro la linea della palla, con i solo Lewandowski in avanti, con Reus un po avanzato di un metro e mezzo in modo da poter ricevere palla o ripartire con più facilità, e gli esterni Reus e Blaszczykowski che si abbassano in modo da trasformare il modulo in un 451 e tenere ben strette le linee e le maglie di difesa, e non disdegnando un pressing fastidioso sul portatore, quando la squadra di muove sulla linea diagonale del campo. Nella fase di ripartenza parte il gioco voluto e studiato nel dettaglio da Klopp. Sul recupero del pallone, gli esterni(seguiti dai terzini come detto prima) si distendono per dieci metri così da ricevere in pallone in corsa da Hummels o spesso Goetze che con estrema precisione(n.b. Il Borussia ha con se un macchniario iper-tecnologico con cui far allenare sui lanci lungi in diagonali i calciatori, così da rendere sempre precise le azioni in ripartenza) pescano il compagno in corsa e farlo andare centripetamente nell’uno contro uno o al cross per Lewandowski sempre dinamico e molto pronto sia di testa che nel proteggere la palla e tirare in porta o servire gli inserimenti a ridosso dell’area. Nella fase di possesso, ad amministrare il gioco con estrema classe e rapidità troviamo sempre Goetze che grazie al suo dribling fulmineo crea la superiorità numerica e riesce così a servire i compagni che tendono a tagliare in area; Quando non riesce a giocare da rifinitore è lui stesso(spesso in sinergia con Reus, abile palleggiatore con istinto del gol come ci testimoniano i suoi numeri), tende a tagliare in area ed inserirsi negli spazi tra le linee della difesa avversaria, così da permettere l’inserimento dei terzini o degli esterni d’attacco. La peculiarità delle azioni degli uomini di Klopp è che spesso nelle diagonali servono il compagno palla a terra con velocità così da prendere contro-tempo il movimento del difensore, che ha già eseguito un passo con la parte del corpo seguente il piede d’appoggio.La squadra di Klopp,gioca un calcio molto veloce, quasi rifiutando le statistiche del possesso palla, con azioni che durano tra i 7 ed i 10 secondi.
    fonte puntosport24

  2. Arrigo Sacchi Tattica & Allenamento

    19 marzo 2013 by Emiliano Adinolfi

    Arrigo Sacchi Tattica & Allenamento

    arrigo-sacchi56

     

     

     

     

     

     

     

    In questo video troviamo alcune esercitazioni specifiche con l’audio originale.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     


  3. Arrigo Sacchi Tattica & Fuorigioco

    by Emiliano Adinolfi

    Arrigo Sacchi Tattica & Fuorigioco

    Sacchi-Milan-Imago

     

     

     

     

     

     

     

    In questo video ci sono degli esempi in cui possiamo chiaramente vedere come riusciva il Milan di Sacchi,a muoversi in maniera omogenea,per attuare una pressione individuale e collettiva nella fase di non possesso,finalizzata a mettere gli avversari in fuorigioco dopo una manovra prolungata degli avversari,senza possibilità di conquistare spazi e giocate verso la porta rossonera.

     


  4. Arrigo Sacchi 4-4-2 Mondiali 1994

    by Emiliano Adinolfi

    arrigo_sacchi_italia

     

     

     

     

     

     

     

    Quando si parla di tattica in Italia,non può essere omesso il nome dell’allenatore Arrigo Sacchi.Infatti secondo alcuni è l’artefice di una vera e propria rivoluzione tecnica e tattica,che ha contribuito in maniera importante in europa e nel mondo,a restituire al nostro calcio una trasformazione culturale proiettata verso un calcio moderno veloce,fisico e situazionale.In questo video nonostante la scarsa qualità delle immagini e un doppiaggio in inglese,sono presenti delle esercitazioni della nostra nazionale a Coverciano, in preparazione dei Campionati Mondiali del 1994.

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     


  5. Andreazzoli “la difesa a zona nelle situazioni di palla inattiva”

    25 febbraio 2013 by Emiliano Adinolfi

    andreazzoli

     

     

     

     

     

     

     

    Come sottolinea l’As Roma, attraverso un approfondimento a cura di Tiziano Riccardi, ci sono volute ventotto pagine ad Aurelio Andreazzoli per spiegare ”la difesa a zona nelle situazioni di palla inattiva”. Un vero e proprio vademecum su come comportarsi in occasione dei calci da fermo. È la tesi del tecnico giallorosso di fine studio del Corso Master 1998-99 per l’abilitazione ad allenatore professionista di Prima Categoria, pubblicata nel 2000 dal Notiziario del Settore Tecnico della FIGC. Uno studio minuzioso, partendo dalla dimostrazione iniziale di esempi tratti da alcune partite dei mondiali dal ’74 al ’98.

    DIFENDERSI A ZONA - Sfogliando le pagine, tra grafici di schemi e dimostrazioni, si scopre l’idea di Andreazzoli sui calci piazzati: difendere a zona. Vediamo perché: ”Una palla inattiva - si legge - ha due possibilità per entrare in rete dopo essere stata calciata: la prima direttamente senza che nessuno possa intervenire o abbia la possibilità di farlo, la seconda dopo che, durante la sua traiettoria, qualcuno le imponga una deviazione. Ma in ogni caso il pallone (che è uno solo) nella traiettoria che disegnerà dal suo punto di partenza rispetto alla porta dovrà attraversare uno spazio. Tutto questo indipendentemente dal numero e dal comportamento degli avversari che non sono da sottovalutare, ma che non sono da porre neppure come primo problema da risolvere”. Ma, parole sue, non è facile trasmettere questi concetti a una rosa di calciatori. Bisogna convincerli ad abbandonare la più semplice e meno complicata marcatura a uomo: ”Per cercare di ottenere consenso - spiega il mister - occorre rifarci al principio della consapevolezza attraverso il quale si rende cosciente il gruppo dei fini che si vogliono conseguire. È alla lavagna, in ambiente favorevole alla concentrazione, che si comincia ad evidenziare i principi verso i quali l’allenatore orienta le scelte, motivandoli, criticando gli aspetti negativi che li rendono inefficaci, puntualizzando quelli che li esaltano e, infine, chiedendo fiducia e tempo. Fiducia che si basa sulle esperienze vissute e tempo per verificare che i risultati derivanti dalle metodiche di allenamento prima e dalle gare poi dimostrino la loro bontà”.

    11 UOMINI - Per far sì che si corrano meno rischi è opportuno avere quanti più giocatori coinvolti nella fase di difesa: ”Dal momento che parlo di spazi e di traiettorie, viene naturale pensare che, per meglio occuparli e meglio intercettare la palla, ci sia bisogno del maggior numero possibile di uomini. (…) Una delle obiezioni potrebbe essere che questa partecipazione totale risulti un invito per gli avversari che faranno così partecipare un maggior numero di giocatori alla ricerca della palla traendone vantaggio. Io penso invece che questa ulteriore partecipazione possa risultare sfavorevole a chi esegue la battuta perché lo porrebbe nella condizione di aggravare il proprio già precario equilibrio difensivo se, successivamente alla perdita del possesso, dovesse subire un attacco a spazi necessariamente mal presidiati”. Agire di squadra, inoltre, aiuta anche il singolo elemento: “Saper di avere una risposta a tutte le situazioni che si possono verificare - ancora Andreazzoli - di avere la certezza che anche carenze individuali possono rendere alla causa comune se ben utilizzate, che agire come unico blocco aumenta le possibilità di successo, portano come risultato alla riduzione di quegli stati d’animo negativi che penalizzano l’autostima e la concentrazione necessarie a svolgere bene i compiti assegnati”.

    PRINCIPI - Quattro regole guida da seguire sempre e tenere a mente: ”Uno: tutti, partendo dalla propria posizione, si concentrano sulla ricerca della palla con movimento in avanti e in diagonale, senza indietreggiare ad esclusione (…). Due: ci si muove dopo che la palla è partita. Rispetto delle posizioni di partenza e dei compiti assegnati. Tre: occorre evitare l’anticipo che risulta il “pericolo numero uno”, con un attento lavoro sui tempi di gioco. Quattro: mai si è fuori dal gioco e dai compiti assegnati fin quando il possesso non è riconquistato oppure la palla non è allontanata”.

    CONCLUSIONI - Al termine del documento, alcune esercitazioni utili su corner, punizioni e rigori.

    tratto da asroma.it